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dai GIORNALI di OGGICnel: 'A rischio mezzo milione di posti di lavoro' Le organizzazioni mafiose "frenano il tasso di crescita" del Paese: lo sottolinea nell'audizione alla commissione bicamerale antimafia il governatore della Banca d'Italia Mario Draghi. Aziende, l'allarme di Draghi "Con la crisi avanza l'usura" Draghi: "Il peggio sembra passato Ma l'eredità sarà un debito elevato" "L'Italia sta affrontando una recessione profonda dopo na crescita modesta, ma ci sono alcuni segnali positivi" Audizione del Governatore sul Dpef alle commissioni Bilancio di Camera e Senato ROMA - Secondo Mario Draghi "l'economia italiana sta affrontando una recessione profonda, che fa seguito a un lungo periodo di crescita modesta ma la fase di progressivo peggioramento della congiuntura sembra essersi arrestata; vi sono alcuni segnali positivi". Il governatore di Bankitalia lo ha detto durante l'audizione sul Dpef davanti alle commissioni Bilancio di Camera e Senato a Palazzo Madama. "Trainata dalla ripresa mondiale - ha aggiunto Draghi - l'attività produttiva tornerebbe a crescere nel corso del 2010".. PRIORITARIO IL SOSTEGNO AL SISTEMA PRODUTTIVO - "Resta prioritario dare sostegno al sistema produttivo: occorre evitarne un indebolimento strutturale" ha poi detto il governatore di Bankitalia. Per Draghi, infatti, "l'uscita dal mercato di un gran numero di imprese ridurrebbe il potenziale produttivo del Paese, con costi rilevanti anche in termini di capitale umano". 2009-07-22 |
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per l'articolo completo vai al sito Internet http://www.corriere.it2009-07-22 Audizione del Governatore sul Dpef alle commissioni Bilancio di Camera e Senato Draghi: "Il peggio sembra passato Ma l'eredità sarà un debito elevato" "L'Italia sta affrontando una recessione profonda dopo una crescita modesta, ma ci sono alcuni segnali positivi" Mario Draghi (Ansa) Mario Draghi (Ansa) ROMA - Secondo Mario Draghi "l'economia italiana sta affrontando una recessione profonda, che fa seguito a un lungo periodo di crescita modesta ma la fase di progressivo peggioramento della congiuntura sembra essersi arrestata; vi sono alcuni segnali positivi". Il governatore di Bankitalia lo ha detto durante l'audizione sul Dpef davanti alle commissioni Bilancio di Camera e Senato a Palazzo Madama. "Trainata dalla ripresa mondiale - ha aggiunto Draghi - l'attività produttiva tornerebbe a crescere nel corso del 2010". DEBITO PIU' ELEVATO - Ma i contraccolpi saranno duri, a cominciare dal fatto che "l'eredità della crisi sulle finanze pubbliche sarà un debito molto più elevato". Secondo Draghi "l'incidenza del debito pubblico sul Pil è attesa scendere a partire dal 2011, ma alla fine dell'orizzonte previsivo solo meno di un terzo del maggior debito connesso con la crisi sarebbe riassorbito. L'elevato peso del debito rappresenterà quindi una delle eredità più gravi della crisi". E ancora: "è atteso un ulteriore forte deterioramento dei conti pubblici nel 2009. In base alle stime del Dpef 2010-2013, nell'anno in corso l'indebitamento netto dovrebbe aumentare di 2,6 punti percentuali del prodotto, raggiungendo il 5,%. Il debito pubblico aumenterebbe di quasi 10 punti percentuali salendo al 115,3% del Pil. Il Documento prospetta un calo del prodotto del 5,2%". Sono stime "in linea con quelle incluse nel quadro previsivo recentemente presentato nel Bollettino Economico della Banca d'Italia". PRIORITARIO IL SOSTEGNO AL SISTEMA PRODUTTIVO - "Resta prioritario dare sostegno al sistema produttivo: occorre evitarne un indebolimento strutturale" ha poi detto il governatore di Bankitalia. Per Draghi, infatti, "l'uscita dal mercato di un gran numero di imprese ridurrebbe il potenziale produttivo del Paese, con costi rilevanti anche in termini di capitale umano". PENSIONI - Draghi ritiene anche opportuno "un aumento significativo dell'età media effettiva di pensionamento" che "potrà aumentare il "tasso di attività e sostenere il tasso di crescita potenziale dell'economia". La parificazione dell'età di pensionamento fra uomini e donne nel pubblico impiego "muove in questa direzione". FEDERALISMO FISCALE - Il federalismo fiscale, secondo Draghi, dovrà invece contribuire al "contenimento della spesa". E' questo l'auspicio del governatore di Banca d'Italia: "le modalità di realizzazione del federalismo fiscale saranno cruciali per rendere più efficace la gestione delle risorse pubbliche e razionalizzare la spesa, sempre conservando come riferimento il principio di solidarietà. 21 luglio 2009 |
REPUBBLICA per l'articolo completo vai al sito Internet http://www.repubblica.it/2009-07-22 Aziende, l'allarme di Draghi "Con la crisi avanza l'usura" ROMA - C'è anche l'avanzare dell'usura tra le conseguenze della crisi econmica per le aziende. Che diventano "più facilmente aggredibili da parte della criminalità organizzata, anche attraverso l'esercizio dell'usura nelle sue diverse configurazioni". Il governatore della Banca d'Italia Mario Draghi, intervenendo nel corso dell'audizione della Commissione parlamentare d'inchiesta sul fenomeno della mafia e sulle altre associazioni criminali, sottolinea che questo è uno degli aspetti per cui la crisi economica assume rilevanza. "Durante la crisi le imprese vedono inaridirsi i propri flussi di cassa e vedono cadere il valore di mercato del proprio patrimonio". Per questo, durante la crisi, sottolinea il governatore "l'azione di contrasto deve farsi ancora più attenta e decisa". (22 luglio 2009) |
L'UNITA' per l'articolo completo vai al sito Internet http://www.unita.it2009-07-22 Cnel: 'A rischio mezzo milione di posti di lavoro' Le organizzazioni mafiose "frenano il tasso di crescita" del Paese: lo sottolinea nell'audizione alla commissione bicamerale antimafia il governatore della Banca d'Italia Mario Draghi. "Usciremo dalla crisi economica in corso - ha detto Draghi - con più disoccupazione e più debito. Perchè entrambi diminuiscano, dovremo essere capaci di crescere a una velocità ben maggiore di quella degli ultimi dieci anni. Avremo bisogno di più infrastrutture, di più capitale umano e sociale. Fra gli ostacoli che, in vaste aree del Paese, frenano il tasso di crescita vi sono organizzazioni criminali aggressive, pervasive, opprimenti. L'azione di contrasto della criminalità organizzata, l'oggetto principale del lavoro di questa commissione, mi pare oggi più importante che mai". Intanto il Cnel lancia l'allarme sull'occupazione. Sino a mezzo milione di posti di lavoro a rischio nel 2009 per effetto della crisi. È la prospettiva contenuta nel Rapporto sul mercato del lavoro del Cnel, riferita all'ipotesi peggiore per i prossimi mesi, quando "la disoccupazione continuerà ad aumentare e il ricorso agli ammortizzatori sociali sarà ancora significativo". In particolare, il rapporto messo a punto dalla commissione dell'informazione, indica la stima che nell'anno possa esserci una perdita di posti di lavoro tra le 350mila e le 540mila unità se misurati in forze di lavoro e tra le 620mila e le 820mila in termini di Ula (Unità lavorative annue). Quanto ai disoccupati, potrebbero aumentare in una forchetta che oscilla tra le 270mila e 460mila unità. Il tasso di disoccupazione a fine anno potrebbe collocarsi, nella peggiore delle ipotesi, "poco al di sotto del 9%". Nello specifico, le tabelle indicano un range tra il 7,9% come ipotesi ottimista e l'8,6% come ipotesi sfavorevole (8,3% lo scenario base). Peggio per le donne, per le quali il tasso di disoccupazione è atteso al 10% nel dato medio annuo, nello scenario base, rispetto all'8,5% del 2008, mentre per gli uomini passerebbe dal 5,5 al 7,1%. "Cruciali" nel determinare "caratteristiche e intensità della ripresa", viene quindi sottolineato, saranno gli ultimi mesi del 2009 ed i primi del 2010. Per questo motivo, "è importante che vi sia piena consapevolezza del fatto che nei prossimi mesi potrebbero rendersi necessari ulteriori interventi per estendere e rendere ancora più flessibili i sostegni al reddito, così come diventa determinante anche l'impulso che le stesse parti sociali e le autorità regionali potranno dare agli strumenti in loro possesso (enti bilaterali, fondi interprofessionali, risorse regionali e soprattutto comunitarie)". Ad oggi, comunque, viene inoltre rilevato, "gli ammortizzatori sociali si stanno dimostrando più efficaci del previsto nel fronteggiare la caduta dell'occupazione" e le risorse stanziate dal governo, anche con il concorso delle regioni, destinate agli strumenti ordinari e straordinari, "coprono la maggior parte dei lavoratori". 22 luglio 2009
Governo battuto sul Decreto anti-crisi "Così si svuota il parlamento". Tremonti intanto assicura: "le entrate tengono". Ma Draghi avverte: "Peggiora il debito". Botta e risposta Tremonti-Draghi sulle entrate, ieri, durante le audizioni delle Commissioni Bilancio di Camera e Senato. Il ministro dell'Economia e il numero uno di Bankitalia, ascoltati ieri sul Dpef nelle Commissioni Bilancio di Camera e Senato, hanno messo l'accento su punti diversi. "Le entrate in Italia tengono nel loro gran totale e la caduta si sta in qualche modo fermando", assicura Tremonti, anche se "questo non vuol dire che è superata la fase di criticità". "Il peggio è passato, ma servono riforme strutturali per rilanciare l'economia; la crisi ci lascerà in eredità un debito pubblico molto elevato", spiega Draghi che rilancia l'allarme sul debito. La crisi infatti inciderà notevolmente sulle finanze pubbliche "lasciandoci con un debito pubblico molto elevato", spiega il governatore. L'indebitamento netto è risultato pari al 9,3 per cento del Pil (contro il 5,7 per cento del corrispondente trimestre del 2008). Nei primi cinque mesi dell'anno in corso il fabbisogno delle amministrazioni pubbliche è stato pari a 57,4 miliardi, superiore di oltre 19 miliardi a quello del corrispondente periodo del 2008. Effetto anche della "decisione del governo di accelerare i rimborsi fiscali per favorire le imprese e il riacquisto degli immobili che erano stati ceduti con le operazioni di cartolarizzazione nel 2002 (per complessivi 7 miliardi)" Intanto dalla Commissione arriva il via libera al disegno di legge anti-crisi. Ma al momento della votazione il Pd è insorto e ha abbandonato i lavori. L'Udc non ha partecipato alle votazioni mentre l'Mpa ha votato contro. Fra le misure principali che hanno incassato il primo ok del Parlamento, lo scudo fiscale, la mini riforma delle pensioni con tanto di innalzamento dell'età pensionabile delle donne nel pubblico impiego e le misure in favore del mondo delle imprese. Il testo approda domani all'esame dell'Aula di Montecitorio ed è ormai scontato che i Governo decida di porre la questione di fiducia. E i malumori non mancano dentro al centro destra. Come si capisce dal voto contrario dell'Mpa. "C'è stata una totale chiusura - ha commentato il deputato Roberto Commercio - , vediamo un predicato ma poi nei fatti c'è un "praticato" zero". E a chi gli chiede se voteranno no alla fiducia, Commercio risponde: "Stasera riuniamo la direzione e valutiamo anche questa ipotesi". Il governo pensa probabilmente che sia meglio non fare il bis. Tanto più che ieri, nelle Commissioni Bilancio e Finanze, il governo è stato battuto, quando, nonostante il parere contrario dei relatori e del sottosegretario all'economia, Alberto Giorgetti, è stato approvato un emendamento del Pd che consente all'autorità per l'energia e il gas di verificare anche i contratti di approvvigionamento del gas nella verifica del prezzo del "gas release". Il centrodestra è andato sotto per 30 voti a 29. E proprio su questo punto, il leader del Pd, Dario Franceschini, attacca: la fiducia è un "modo di svuotare il nostro sistema parlamentare, senza nemmeno dichiararlo". Ma Fini: "C'è stato l'esame in commissione, non parlerei di svuotamento del parlamento, mentre farei sentire la mia voce, e l'ho già detto al governo, se la fiducia venisse posta su un maxi-emendamento che contenesse parti ulteriori, non trattate o conosciute durante l'esame in commissione". Ma Franceschini non ha contestato solo la scelta di metodo del governo. Nel mirino del segretario del Pd c'è anche la norma sul cosiddetto scudo fiscale, giudicata "un favore a chi ha violato la legge". Lo scudo, ha affermato Franceschini, "non è nient'altro che un condono, ed è tanto più immorale perché con un'aliquota insignificante si fa un favore a chi ha violato la legge". Ma se il Pd ha marcato la distanza abbandonando la Commissione, l'Idv ha deciso di votare contro: "Noi abbiamo partecipato al voto e votato contro, abbiamo ritenuto corretto restare dentro per manifestare comunque la nostra contrarietà di metodo e merito sul provvedimento", spiega Antonio Borghesi, vice presidente dei deputati dipietristi. Quello portato in commissione dalla maggioranza è una sorta di maxi-emendamento che, dallo scudo fiscale alla riforma delle pensioni, comprende tutti i punti rimasti fuori dall'esame da votare, come accadrà domani in aula, in un'unica volta. 21 luglio 2009
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il SOLE 24 ORE per l'articolo completo vai al sito Internet http://www.ilsole24ore.com2009-07-22 Draghi: "Modificare le sanzioni penali sul riciclaggio" 22 luglio 2009 Mario Draghi nell'audizione alla commissione parlamentare antimafia (Ansa) Confindustria: "Massima vigilanza sul rischio usura" 'Ndrangheta e business romani per 200 milioni nella capitale Fellini al Cafè de Paris Antiriciclaggio: via alle segnalazioni anonime dei notai su operazioni sospette Un Testo unico in materia di antiriciclaggio per avere gli strumenti adeguati per contrastare in modo adeguato questa forma di criminalità. In particolare modificando le sanzioni penali. Lo ha chiesto il Governatore della Banca d'Italia, Mario Draghi, nel corso di un'audizione dinanzi alla commissione Antimafia "Per fornire agli operatori una cornice giuridica certa - ha detto Draghi - è opportuno che al Governo sia conferita una nuova delega per la redazione di un Testo unico". Draghi ha anche sottolineato che lo schema di legge delega recentemente approvato dal Consiglio dei ministri non consente di risolvere "tutte le criticità" del decreto legislativo sulla materia varato nel 2007. In particolare Draghi suggerisce di intervenire modificando le sanzioni penali. Sulle misure per combattere il riciclaggio sono, infatti, necessarie "regole condivise e uniformi". Il numero uno di palazzo Koch ha ricordato come durante la crisi le imprese siano "più facilmente aggredibili da parte della criminalità organizzata attraverso l'esercizio dell'usura nelle sue diverse configurazioni". Proprio per questo "l'azione di contrasto deve farsi ancora più attenta e decisa". Il governatore ha messo in luce come "fra gli ostacoli che in vaste aree del paese frenano il tasso di crescita vi sono organizzazioni criminali aggressive, pervasive, opprimenti. L'azione di contrasto della criminalità organizzata mi pare oggi più importante che mai". L'Italia uscirà dalla crisi economica in corso "con più disoccupazione e più debito", avverte il Governatore. "Perché entrambe diminuiscano dovremo essere capaci di crescere a una velocità ben maggiore di quella degli ultimi 10 anni: avremo bisogno di più infrastrutture, di più capitale umano e sociale". In questa fase in particolare, sottolinea Draghi, é necessario il contrasto delle organizzazioni criminali in Italia "aggressive, pervasive, opprimenti" che frenano la crescita del Paese. (N.Co.)
Draghi: "Debito pubblico tra le eredità più gravi della crisi" 21 luglio 2009 Tremonti: "La coesione sociale è il presupposto per la tenuta economica" "Dai nostri archivi" Il Pil non è tutto uguale per cicale e formiche Draghi al Fmi: "Fase peggiore della crisi sembra superata" Gb, un 2009 da brividi: la deflazione toccherà il 3% in settembre Eurolandia, crolla la produzionedell'industria di gennaio Alleanza lombarda per l'aerospazio "La fase di progressivo peggioramento della congiuntura sembra essersi arrestata; vi sono alcuni segnali positivi. Trainata dalla ripresa mondiale l'attività produttiva tornerebbe a crescere nel corso del 2010". Lo afferma il governatore della Banca d'Italia, Mario Draghi, nel corso dell'audizione sul Dpef al Senato. Draghi ha però messo in guardia: il Pil ci metterà quattro anni a tornare ai livelli del 2007. Nel frattempo "l'elevato peso del debito rappresenta una delle eredità più gravi della crisi". "L'incidenza del debito pubblico sul Pil è attesa scendere a partire dal 2011, ma alla fine dell'orizzonte previsivo solo meno di un terzo del maggior debito connesso con la crisi sarebbe riassorbito". Gli interventi di "risanamento della finanza pubblica sono programmati per il 2011 e il 2012, una volta superata la fase negativa. Per il 2013 non è prevista invece una manovra correttiva". Il governatore suggerisce che "se le condizioni macroeconomiche lo permetteranno potrebbe essere opportuno rafforzare l'azione di risanamento in tale anno". Priorità al sistema produttivo. "Non basta ritornare ai ritmi di crescita degli ultimi anni, estremamente modesti nel confronto internazionale. Sono necessarie riforme strutturali che pongano il nostro sistema produttivo nelle condizioni migliori per cogliere le opportunità che saranno offerte dalla ripresa - ha poi sottolineato il governatore della Banca d'Italia -. Resta prioritario dare sostegno al sistema produttivo: occcorre evitarne un indebolimento strutturale. L'uscita dal mercato di un gran numero di imprese ridurrebbe il potenziale produttivo del Paese, con costi rilevanti, anche in termini di capitale umano". 21 luglio 2009
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